Musica

JOHN HIATT & THE COMBO @ AUDITORIUM - MILANO 25/10/2010

JOHN HIATT & THE COMBO @ AUDITORIUM - MILANO 25/10/2010

Ovvero come portare il rock e il blues in un tempio della musica classica.
Serata ad alta gradazione rock ieri all’ Auditorium di Milano dove sono saliti sul palco John Hiatt & The Combo. Non è raro che l’ Auditorium apra alla musica “ leggera”, già negli scorsi anni aveva ospitato degli ottimi live di Nick Cave, Elvis Costello e Suzanne Vega. Spesso, paradossalmente, l’acustica si è poi rivelata non ottimale per questo genere di musica ma il valore degli artisti chiamati a suonare rende questa annotazione di poco conto. Così è stato anche questa volta, a fronte di un concerto che non ha lasciato un attimo di respiro; d’altronde che John Hiatt sia un cantante ma soprattutto un autore di razza lo sta a testimoniare il fatto che le sue canzoni sono state interpretate fra gli altri da Joe Cocker, passando da Iggy Pop ed Eric Clapton fino ad arrivare a Bob Dylan.
Hiatt era già passato a Milano, al Conservatorio, pochi mesi fa in versione acustico – intimista in compagnia di un altro grande songwriter misconosciuto, Lyle Lovett, ma il live di questa sera è completamente diverso da quello tenutosi a febbraio. Hiatt è accompagnato dal suo gruppo attuale, formazione base per una serata energica e potente. Le danze si aprono puntualissime con Drive South. Hiatt, dimagritissimo ma dalla voce che sembra aver acquistato ancora più potenza, si intende alla perfezione con il resto del gruppo e l’ aria che si respira già da subito è quella del divertimento. Scivolano via così nell 'entusiasmo di inizio serata Perfectly Good Guitar e Walk On. Dopo Crossing Muddy Waters però l’atmosfera cambia nettamente e si può dire in tutta tranquillità che il concerto stia iniziando qui: già dalla nuova Open Road si ha qualche avvisaglia di aumento elettricità ma è con il potente blues di Lift Up Every Stone, il bluesaccio scarnificato di Like A Freight Train e l’ancor più elettrica My Baby che le chitarre rombano e la voce di Hiatt ci porta nel sud più profondo degli Stati Uniti. Si vira verso il reggae con Cry Love ma la tentazione dell’ elettricità è troppo forte e così la coda della canzone diventa occasione, così come per la successiva Your Dad Did, per sfoggiare ancora una volta tutti i watt disponibili. Che Hiatt e il gruppo si divertano un mondo si vede ad occhio nudo e il pubblico non può che essere dalla loro parte, vista tanta sincerità e partecipazione. Bisogna però tirare anche un attimo il fiato e John lo fa con la lunga, dolce Feels Like Rain, dedicata alla moglie. Si riparte, questa volta però a marcia ridotta probabilmente in vista del finale, con Slow Turning, lo splendido “ recupero” di Icy Blue Heart e la lenta, sognante Real Fine Love, tutte accolte con calore da lunghi applausi. Ma in un attimo si torna al rock più scatenato con Tennessee Plates, seguita da Memphis In The Meantime. Già si arrancava prima ma qui è davvero dura non saltare in piedi e fiondarsi sotto al palco. In effetti nulla lo impedirebbe ma la “serietà” dell’ Auditorium forse inibisce un poco e quindi tocca accontentarsi di partecipare tenendo il ritmo o battendo le mani. Hiatt & The Combo escono per qualche minuto, giusto il tempo di dissetarsi poi, richiesti a gran voce, rientrano per i bis. Prevedibile che la prima canzone sia Have A Little Faith In Me, forse uno dei brani più conosciuti del nostro, il quale regala un’ interpretazione da pelle d’oca spremendo le corde vocali all’ inverosimile. Purtroppo è già tempo per l’ ultima canzone in scaletta ma non ci si può lasciare in modo troppo triste e così Hiatt e soci sfoderano una Riding With The King ( più conosciuta per la versione di Eric Clapton in coppia con B.B. King) tiratissima, dove le chitarre non lasciano scampo e la voce di John è ai massimi livelli. Ringraziano, a fine canzone, entusiasti quanto il pubblico che ormai si è alzato ed è corso sotto al palco. Si spera tutti in un altro bis ma è proprio la fine, John e il resto del gruppo si avviano verso il tourbus che aspetta fuori dal teatro, dove poco dopo siamo già radunati per poterlo salutare e congratularci per la splendida prova. Hiatt, seppure visibilmente stanco, gentilissimo saluta ed accontenta tutti con una foto, un autografo e due chiacchiere. Ad un fan che gli chiede di tornare più spesso in Italia, John risponde: “ Ma come, quest' anno già ci sono venuto due volte! Non è abbastanza? ”.
No, in effetti non sarebbe mai abbastanza.

 

Setlist

DRIVE SOUTH
PERFECTLY GOOD GUITAR
WALK ON
CROSSING MUDDY WATERS
OPEN ROAD
LIFT UP EVERY STONE
LIKE A FREIGHT TRAIN
MY BABY
CRY LOVE
YOUR DAD DID
FEELS LIKE RAIN
SLOW TURNING
ICY BLUE HEART
REAL FINE LOVE
TENNESSEE PLATES
MEMPHIS IN THE MEANTIME

BIS
HAVE A LITTLE FAITH IN ME
RIDING WITH THE KING